In queste prime settimane estive ho sentito parlare di
- caldo
- esami
- risultati degli esami
- scadenze per la laurea
- scandalo Carige
- scandalo Expo, Mose e tangenti varie ed eventuali
- litigi tra le diverse fazioni dopo le elezioni europee
- Arresto Scajola
Dato che non ho voglia di avvelenarmi l’esistenza a sviscerare uno qualunque di questi elementi, ho deciso di nuovo di divagare (tanto il blog è mio e decido io) perché non ho voglia di iniziare a scrivere la serie di articoli che presentano la mia tesi (ho l’ultimo esame martedì, siate clementi). Dato che essenzialmente le cose belle capitate di recente sono l’arrivo della mia Lancia Ypsilon e il cucito, ho deciso di risparmiarvi la tematica automobilistica che sviscereremo ampiamente in seguito (eh si, sono una ragazza e la mia tesi parla di automobili), per propinarvi alcuni dei miei ultimi lavori e terminare il resoconto del mio corso presso la Scuola di Moda Vezza.
Ho terminato il tubino beige in 4 lezioni e mi sono lanciata sulla Giacca Chanel bianca: un progetto ambizioso, finito nelle restanti 6 lezioni pungendomi mille-mila volte soprattutto attaccando la passamaneria. Sara e Gretel mi hanno insegnato a lavorare su un capo molto più strutturato rispetto a un tubino, ad affrontare le maniche (non è per niente facile attaccarle) e a foderare un capo. Il risultato è favoloso e non lo dico perché sono di parte:
La soddisfazione è tanta, e anche se ora gli esami mi hanno costretto a sospendere le lezioni, dato che sono in ritiro spirituale in Valbormida (la città offre troppe distrazioni purtroppo), non sono stata lontana a lungo dalla macchina da cucire. Ho comprato a scuola i cartamodelli per un abito anni 50 e per dei pantaloncini (che devo ancora iniziare) e mi son data da fare.
La cosa favolosa è che da ogni cartamodello è possibile ricavare modelli per altri capi: non sono ancora in grado di disegnarmi da sola i cartamodelli (ma ci sto lavorando su, non preoccupatevi hahaha), ma riesco, partendo da quelli acquistati a scuola a creare altri capi come un top o una gonna.
Che dire? A posteriori credo che l’idea di frequentare il corso sia stata la migliore che mi sia venuta negli ultimi mesi: ho scoperto un hobby interessante, che mi regala tante soddisfazioni. Inoltre presenta notevoli sinergie con la fotografia nonché con la sana vanità femminile: sto già pensando come coniugare il tutto, facendo degli scatti ai capi che ho creato e chissà, idearne di nuovi.
Forse aprirò l’ennesimo blog dedicato esclusivamente a questo interesse. Sto meditando se troverò o meno il tempo di aggiornarlo più o meno continuamente, non vorrei diventasse un peso, ma sono molto tentata. Di certo sono sempre più entusiasta e logorroica al riguardo di questa passione, quindi il materiale c’è!
Au revoir!