Brand fa rima con Friend

I Brand sono sempre più importanti nelle nostre vite, e sono ormai diventati un veicolo tramite il quale affermiamo e definiamo la nostra personalità, il nostro modo di essere. In un ottica Pirandelliana direi che sono diventati spesso le maschere che indossiamo ogni giorno, il riflesso allo specchio in cui identificarci, la foto sul muro a cui cercare di assomigliare. Sono diventati un pezzo importante delle nostre vite, soprattutto da quando, tramite i social network, interagiscono con noi quasi individualmente. Ma sono davvero nostri amici, figure di riferimento delle nostre vite che ci danno ciò che dicono di offrirci?

Seguendo il blog di una mia prof ho avuto modo di scovare questa presentazione, che mi ha portato a riflettere sul ruolo sempre più ampio che i brand hanno nelle nostre vite, abilmente veicolato dal marketing.

Il succo, per coloro che non hanno voglia di guardarsi 48 slides (sono solo immagini, basta poco) è il seguente:

Un brand non ti sarà mai vicino quando ti senti solo, non ti procurerà la cena, non sarà fedele come il tuo cane, perché il loro valore è il profitto. E tu vali per loro finché rappresenti profitto: per parafrasare una frase che a mia nonna era molto cara, un brand non ti dirà mai lavati la faccia che senza trucco stai meglio se deve venderti autostima in crema, rossetti, ombretti e fondotinta.

 

Il marketing è prima di tutto strumentale alla creazione di valore per l’impresa. E il cliente rappresenta valore per l’impresa finché è tale: finché consuma, acquista il prodotto generando i profitti. Il brand è un fortissimo strumento con cui l’impresa accredita i suoi prodotti presso i clienti e cerca di vendere.
Ciò non vuol dire che il brand non crei valore per il cliente: ci sono brand che creano reale valore per il cliente, offrono in cambio valore, lavorano eticamente. Sono questi i brand che meritano il tanto sospirato nostro like su Facebook. Abbiamo tra le mani il potere di scegliere, e dire cosa ci piace e cosa non ci piace, e di lamentarci sulle pagine dei brand (e rispondono, fidatevi).
Per la prima volta non subiamo passivamente i messaggi dei brand ma instauriamo una relazione in cui noi possiamo dire qualcosa.  Possiamo smettere di farci identificare da un oggetto, e scegliere come esprimerci. Possiamo affermare la nostra individualità come mai prima d’ora: la rete è uno strumento potentissimo, non usiamolo per omologarci e sottoporci a una sovraesposizione mediatica ai messaggi dei brand.
Like, Dislike. Scegli tu.