Innovazione di prodotto e di mercato: il ruolo dell’industria di marca

Mattinata un po’ speciale, diversa dalla solita routine delle lezioni: ho partecipato alla Conferenza Innovazione di prodotto e di mercato: il ruolo dell’industria di marca organizzata dal dipartimento di Economia in collaborazione con Centromarca.

 

Cattura

Da questo incontro molto interessante, perché ho avuto la possibilità di vedere applicato in pratica l’oggetto dei miei studi, ho potuto cogliere alcuni spunti di riflessione.

Un fattore comune a tutti gli interventi è la centralità dell’innovazione e della creatività nell’affrontare il modificarsi dei consumi in questo periodo. In un quadro generale in cui assistiamo a una contrazione dei consumi generali dovuto al ridursi del reddito e al calo dell’indice di fiducia, l’innovazione è fondamentale per affrontare il cambiamento. Abbiamo potuto ascoltare storie di successo in diversi settori: tutte sono accomunate da una risposta creativa, pronta e originale al cambiamento.

“Cambiamento” è una parola che ci spaventa: questo perché decreta senza appelli il successo o l’insuccesso di un’idea, una scelta una posizione, un’impresa. E’ un giudice severo, irremovibile. Ci mette alla prova senza prima spiegarci la lezione, e sta a noi restare in piedi durante il terremoto. Il cambiamento è fisiologico e inevitabile: cambiano le circostanze, i legami, le persone e cambiamo noi stessi. Il cambiamento può essere una Chimera spaventosa. Ma può anche darci un passaggio verso il successo: sta a noi essere attenti e saper individuare il momento giusto per salire in groppa e cavalcare questa onda di novità correndo col vento a favore. Il cambiamento è una forza che può spazzarci via o renderci più forte: sta a noi canalizzarla nel modo giusto, perché in caso di immobilità la sconfitta è certa.

Stiamo attraversando una fase economica difficile, un periodo in cui le certezze sono stravolte, cambiano i punti di riferimento e i margini di errore sono pressoché nulli: ora più che mai, dato che non ci sono piazzole di sosta per fermarsi o fare inversione in caso di errore, ora che la strada è stretta, in salita e piena di curve, dobbiamo essere in grado di cogliere i segnali giusti per andare avanti e non precipitare nel vuoto; la strada che stiamo percorrendo non ha protezioni a valle.

Fondamentale è anche continuare a innovare, non fermarsi mai a dormire sugli allori: Noberasco, dopo aver osservato i riscontri positivi del coraggiosissimo processo di cambiamento, non si ferma. Ci sono nuove idee, nuovi piani, nuovi obiettivi. Bisogna sempre guardare avanti, lontano, come quando si guida per tenere bene la strada. Fermarsi sulla cima equivale a venire travolti quando qualcuno ci raggiungerà, equivale a restare indietro, perdersi: se col pretesto di goderci i nostri successi ci blocchiamo, ecco che ciò che di buono possiamo trarre da essi svanirà. E non sto parlando solo di fare impresa, ma di vita. Non si arriva mai, non si finisce mai di crescere, di progredire, di migliorare.

Dall’esperienza del gruppo Paglieri raccontata da Michela Marchese Patti ho imparato l’importanza della creatività, e della creazione del valore tramite un’iniziativa ampia che non accresce solo la redditività dell’impresa ma anche il benessere della collettività. Essere creativi permette di trovare il modo più efficace per comunicare.

Come ci ha ricordato l’intervento successivo di Lorenza Cipollina, la comunicazione è come la terra di mezzo: una dimensione mentale, un modo di pensare. Di fronte alla marea di mezzi di comunicazione che ci circondano, dobbiamo aver ben presente l’insight e focalizzarci sull’idea. Solo con una buona idea posso approcciarmi alla scelta dei mezzi di comunicazione. La tecnologia è solo un mezzo. Se la mia idea non sa rispondere alla domanda “perchè dovrebbe interessare al consumatore?” è meglio cambiare idea.

I valori innovativi possono essere italianità e sostenibilità: non scordiamoci l’importanza della sostenibilità ambientale nella crescita sostenibile (ne parlerò anche nella tesi, piccola anticipazione..) che ci ha ricordato Simona Mesciulam di Generale Conserve

E questo è il mio resoconto da una mattinata che mi ha insegnato davvero tanto.